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MONREALE
MONREALE
Alle pendici del Monte Caputo, in uno scenario d’eccezionale bellezza, a 7 Km. da Palermo, sorge la cittadina normanna di Monreale. Ogni angolo parla di storia, di arte e di cultura, ma ciò che la rende famosa nel mondo e meta di innumerevoli turisti è il maestosissimo Duomo, un capolavoro d’arte Arabo-Normanno, fatto erigere da re Guglielmo II d’Altavilla, detto il “Buono”, tra il 1172 e il 1176. Il Duomo di Monreale merita una grande attenzione perché è davvero uno dei templi più belli del mondo. Dopo Santa Sofia, a Istanbul, è la più vasta opera musiva bizantina che esiste al mondo. La parola “mosaico”, infatti, deriva dal greco e significa «opera paziente, degna delle Muse».
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CEFALU
E’ uno dei borghi più belli d’Italia e la porta d’ingresso alle Madonie, con una spiaggia bellissima ed un centro storico medioevale. La cittadina si sviluppa attorno al Duomo di Cefalù, voluto da Ruggero II, anche se rimane un mistero il motivo per cui Ruggero II volle edificare una chiesa così imponente. Sta di fatto che il re normanno eresse qui il suo capolavoro: tanto grande da uscire quasi dal campo visivo, severo nel blocco compatto delle due torri, ma prezioso per il caldo colore dorato delle cortine murarie e lo sfavillio dei mosaici all’interno.
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MONTE PELLEGRINO
E’ uno dei luoghi più amati dagli abitanti di Palermo e dai suoi turisti: è un promontorio alto oltre 600 metri, chiamato dagli Arabi Bel Grin, ovvero monte vicino, e che delimita da un lato il Golfo di Palermo, dall’altro il Golfo di Mondello. Qui, a 429 metri di altitudine, si erge il Santuario di Santa Rosalia, patrona della città di Palermo. Il Santuario è un luogo di pellegrinaggio che ogni giorno raccoglie numerosi visitatori e fedeli, i quali non si sottraggono tra il 3 e il 4 settembre, all’impegno dell’acchianata cioè una lunga e faticosa passeggiata, simbolico percorso fisico e spirituale per raggiungere la Santuzza, come la chiamano affettuosamente i palermitani.
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GOLE DI TIBERIO
Si trovano nel territorio di confine fra il Comune di San Mauro Castelverde e quello di Castelbuono, lungo il fiume Pollina. Si tratta di affioramenti di calcari mesozoici modellati dall’erosione fluviale lunghe circa 250 metri, nacquero nel triassico superiore, circa 200 milioni di anni fa. Il corso d’acqua forma una serie di laghetti, piccole cascate, giochi d’acqua di grande suggestione ed è sontuosamente bordeggiato dalla incontaminata vegetazione tipica di questi ambienti, ove spiccano oleandri, salici, pioppi, tamerici, giunchi, canne e numerose specie erbacee. In particolare, all’interno delle gole si possono osservare: u Miricu, i numerosi nidi di varie specie di uccelli, i fossili di gasteropodi risalenti a circa 150 milioni di anni fa, il masso che fa da ponte naturale sulle gole, un tempo passaggio segreto dei briganti e ricercati che abitavano le numerose grotte e nascondigli della zona.